OFFICINE SAN CARLO, in scena Signurì Signurì, di Enzo Moscato

Signurì Signurì

in scena alle Officine San Carlo

Regia di Cristina Donadio e Luca Trezza

Venerdì 10, sabato 11 e domenica 12 maggio – ore 20:30

Officine San Carlo

Stradone Vigliena 23/A, 80146, Napoli (NA)

La programmazione artistica di Officine San Carlo prosegue con Signurì Signurì di Enzo Moscato per la regia di Cristina Donadio, curata insieme a Luca Trezza. Tre sono gli appuntamenti: venerdì 10, sabato 11 e domenica 12 maggio alle ore 20:30. La partecipazione è gratuita prenotando al seguente link: https://shorturl.at/GHIJ4.

Lo spettacolo, che conclude il percorso formativo curato da Donadio e Trezza, porta in scena Alessio Sica, Chiara Di Girolamo, Xana Vazquez de Prada, Rossella Di Lucca e Paula Do Souto con i partecipanti all’Officina di Teatro.

La rielaborazione musicale è a cura di Angelo Cioffi, che suonerà la tromba in ogni appuntamento. La replica di domenica 12 maggio vedrà l’amichevole partecipazione di Marco Zurzolo al sax. Le scene di Fabio Marroncelli sono state realizzate da Anna Nasone, che ha lavorato con i suoi studenti dell’Officina di Scenografia, mentre Giusi Giustino firma i costumi, prodotti dai partecipanti alla sua Officina di Sartoria Teatrale Circolare: un unico progetto ha unito trasversalmente i partecipanti alle varie attività proposte da Officine San Carlo, il polo formativo e produttivo che il Lirico di Napoli ha creato dalla riconversione degli stabilimenti ex Cirio sul Porto industriale di Vigliena.

Lo spettacolo rientra nel progetto del Ministero della Cultura “Sostegno per la valorizzazione delle attività di spettacolo dal vivo”.

Note di regia

Signurì, Signurì” di Enzo Moscato

Cristina Donadio e Luca Trezza

“Signurì, signurì” è un testo di Enzo Moscato scritto nel 1982, ispirato a La pelle di Curzio Malaparte, romanzo del 1949 che narra la “liberazione” da parte dell’esercito americano (1943) dall’invasione tedesca. Parla del suo arrivo a Napoli e soprattutto dell’atteggiamento del popolo napoletano di fronte al vincitore, il suo essere servile, ammaliatore nei confronti del Padrone e della relativa peste che si diffuse. Una peste morale, appunto… darsi-vendersi pur di salvare non la propria anima, ma la propria pelle.

Questo testo, come gli echi che ne rimandano, è ri-proposto da noi come immaginiamo che lui, l’autore-poeta Enzo Moscato, avrebbe messo in scena o cercato di mettere in scena.

Dopo anni di collaborazione, vista la sua scomparsa terrena, reputiamo necessaria e illuminante proseguire insieme agli attori il suo senso della scena, provare quantomeno a  rintracciarne scenicamente le schegge lasciate… schegge di un teatro poetico-politico che faccia da solco e direzione per i nuovi artisti e generazioni future.

Abbiamo pensato di muoverci per quadri, come il testo suggerisce, e tra questi quadri trovare degli “sconfinamenti” – Questi sconfinamenti – tipici del teatro Moscatiano, rimanderanno a vari personaggi della sua futura drammaturgia senza tuttavia distanziarsi dal testo di partenza.

I Quaranta e più personaggi del testo a volta sdoppiati, altre volte triplicati alcuni sottaciuti… (parlanti, però, solo per qualche frase o un canto) cantando-muovendosi-recitando ci porteranno in un posto, un altrove che, come l’Autore dice va “oltre… nel tempo”, sconfinando appunto.

Importante per noi è la modalità con cui s’intersecano questi quadri, dando risalto al tessuto musicale – (dalla Musica contemporanea a quella classica, da quella americana del dopoguerra – fino ad arrivare alla musica stessa della parola-parola intesa come canto – come soffio – come annegamento – ed il suo relativo doppio… il silenzio) così come importante è il lavoro sul corpo che diventa gesto – senso – crudele – soave necessario – a volte incandescente… aggettivi questi cari ad Artuad come ad Enzo che a Malaparte… quanto a noi.

Un omaggio quindi ad un Poeta, uno Scrittore, una Città, una riflessione sulle barbarie della guerra -allora come ora- e alle numerose pesti morali che ne derivano – attraverso il teatro cosa fare? Continuare per sperare in una nuova alba? … Una nuova Peste culturale? … Oppure annegare per poi riemergere… aggrappandoci a cosa?

A quello che ci hanno lasciato… Parole-Universi… frasi… crastole… schegge impossibili…

Da Eschilo a Malaparte a Moscato…

Se si rispettano gli dei e templi dei vinti i vincitori si salveranno”

Signurì Signurì

di Enzo Moscato

Liberamento tratto dal romanzo La Pelle di Curzio Malaparte

Regia | Cristina Donadio e Luca Trezza

Consulenza e rielaborazione musicale | Angelo Cioffi

Con l’amichevole partecipazione di Marco Zurzolo

Scene Fabio Marroncelli

Realizzate da Anna Nasone con gli alunni partecipanti all’Officina di Scenografia

Costumi di Giusi Giustino

Assistenti Davide Manganella e Roberta Bevilacqua

con gli alunni partecipanti all’Officina di Sartoria Teatrale Circolare

con

Alessio Sica

Chiara Di Girolamo

Xana Vazquez de Prada

Rossella Di Lucca

Paula Do Souto

E con gli alunni partecipanti all’Officina di Teatro